Raid significato (informatica): cos’è e come funziona

Negli ultimi anni il mondo dell’informatica è stato protagonista di uno sviluppo che ha permesso notevoli passi avanti e innovazioni, sviluppo che tutt’ora sembra inarrestabile.

Infatti con l’introduzione delle unità di archiviazione a stato solido, quelle che tutti noi conosciamo come SSD, e il continuo studio ingegneristico per il miglioramento dei tradizionali hard disk, si sono potute incrementare notevolmente le performance e la capacità di archiviazione nei diversi dispositivi.

Le grandi evoluzioni tecnologiche che hanno colpito e rivoluzionato il mondo dell’archiviazione dati e dello storage, è la diretta conseguenza di una sempre più elevata richiesta da parte degli utenti di avere a disposizione grandi quantità di memoria per archiviare i propri dati e contenuti, oltre che di necessitare di dispositivi sempre più performanti in grado di eseguire anche le operazioni più intense.

Questa continua necessità di archiviare dati e contenuti, sempre più pesanti, ha portato a dover affrontare un altro problema, ovvero quello di capire come evitare la perdita di queste preziose informazioni a causa d’improvvisi malfunzionamenti da parte dei dischi o a causa di guasti al sistema.

Proprio per questo motivo nel corso degli anni ci si è concentrati molto nel trovare strategie e tecniche che permettessero di evitare, o perlomeno diminuire, il verificarsi della perdita d’informazioni importanti a causa di un qualsiasi guasto.

Ecco perché di seguito andremo a parlare del RAID, un metodo in grado di aumentare la velocità e l’affidabilità di un sistema, ma soprattutto garantire maggiore sicurezza nell’archiviazione dati.

Per approfondire invece sulle attività di recovery, vedere la pagina dedicata al recupero dati da Raid (tutte le configurazioni).

Indice dell'articolo

RAID: che cosa significa

L’acronimo RAID in inglese sta a significare Redundant Array of Inexpensive Disks, ovvero insieme ridondante di dischi indipendenti.

Infatti originariamente il termine stava a indicare dei dischi di archiviazione economici, ma oggi invece, dopo che il termine è stato aggiornato, RAID sta a indicare una serie di dischi indipendenti che collaborano tra di loro, in grado di elevare le performance di lettura e scrittura di un sistema.

Nonostante il termine abbia leggermente cambiato la sua definizione letterale, il funzionamento e lo scopo iniziale che sta alla base di questa tecnologia è rimasto invariato nel tempo.

In sintesi infatti si tratta di una tecnica che permette al controller che gestisce le diverse unità di archiviazione, di dividere i dati da elaborare nei diversi dischi presenti.

In questo modo il RAID permette di poter contare su un notevole aumento delle prestazioni, oltre che a beneficiare di una maggiore sicurezza e una protezione più elevata nei confronti di eventuali malfunzionamenti.

Tecnica RAID: che cos’è

Come abbiamo accennato nel paragrafo precedente, il RAID non è altro che un “metodo informatico”, anche piuttosto diffuso, che ha il compito di proteggere dati e contenuti delle applicazioni da eventuali malfunzionamenti del sistema o guasti di natura esterna.

La protezione offerta dal RAID è garantita sia su unità a disco fisso e sia sugli storage allo stato solido.

Originariamente il RAID era stato concepito come un insieme di dischi, contraddistinti dal prezzo molto basso che, lavorando in simbiosi riuscivano ad andare a ottimizzare il livello di archiviazione, la velocità e l’affidabilità di un sistema.

Un sistema che adottava il RAID infatti poteva competere senza alcun problema con sistemi che erano equipaggiati con dei dischi di ultima generazione, il tutto con il vantaggio di poter contare su un prezzo più accessibile.

In questa maniera possiamo definire il RAID come una serie di dischi raggruppati tra di loro, in grado di lavorare come un unico volume di storage.

Con l’installazione di un RAID si potranno migliorare le prestazioni generali del sistema, permettendo ai diversi dischi di eseguire le diverse operazioni, oltre che ad aumentare la sicurezza di archiviazione dei contenuti, in quanto le informazioni verranno salvate su più hard disk, facilitandone il recupero in caso di malfunzionamenti o guasti.

Vedi anche: recupero dati da hard disk danneggiati.

In commercio a oggi si possono trovare diverse tipologie di RAID, che si contraddistinguono tra di loro in base al costo e al livello di protezione che sono in grado di garantire.

Infatti il costo di un metodo RAID è direttamente proporzionale al livello di protezione che riesce a garantire.

In linea generale possiamo suddividere i RAID in due categorie:

  • i dischi dal prezzo minore, ovvero quelli economici e che garantiscono un livello di protezione più basso. Tra questi troviamo i SATA (Serial Advanced Technology Attachment), gli IDE (Integrated Drive Electronics) e gli ATA (Advanced Technology Attachment);
  • i dischi dal prezzo più elevato, ovvero quelli che sono in grado di garantire un livello maggiore di protezione. Tra questi troviamo gli SCSI (Small Computer System Interface).

Come funziona un sistema RAID

Il RAID, come abbiamo già detto, permette di mettere insieme tra di loro diversi singoli dischi, rappresentandoli però tutti come un unico disco logico.

Il disco logico che viene formato dall’unione di diverse unità fisiche, va a prendere il nome di Unità Logica o LUN (Logical Unit Number).

In questo modo i dati vengono partizionati in sezioni identiche sui diversi dischi presenti nel RAID, il tutto gestito da un algoritmo programmato in base alle esigenze e alle necessità di archiviazione.

Quando il carico di lavoro diventa eccessivo per le disponibilità di un singolo disco, e quindi si necessita di una capacità di lettura superiore, il sistema è capace d’intervenire distribuendo la mole di lavoro su un numero di dischi sufficiente a svolgere quella determinata funzione, permettendo così di poter contare su un notevole aumento delle prestazioni.

Nel corso degli anni le tecnologie di applicazione del RAID hanno visto notevoli sviluppi, tanto da permettergli, dopo anni, di essere ancora una delle migliori soluzioni di archiviazione, nonostante le nuove possibilità di storage.

Quali sono i vantaggi nell’utilizzo di un RAID

Sicuramente, anche a distanza di anni dalla sua invenzione, e nonostante il mondo dell’archiviazione informatica abbia fatto passi da gigante, il RAID rimane sempre una validissima alternativa, contraddistinta da numerosi vantaggi.

Il primo, nonché quello che più spinge la maggior parte degli utenti a utilizzare un RAID, è la garanzia sulla sicurezza nella conservazione dei dati in caso di guasto.

Infatti i sistemi RAID utilizzano il mirroring dei dati, cioè quando le informazioni vengono sottoscritte e salvate su più dischi simultaneamente.

Poi troviamo lo striping, altra tecnica utilizzata dai RAID, cioè quando le informazioni vengono distribuite su diverse unità a blocchi.

Infine un altro metodo utilizzato dai sistemi RAID è la parità, metodologia che permette di contare sull’assoluta sicurezza che i dati siano stati scritti e salvati in modo corretto, soprattutto quando vengono trasferiti da un’unità a un’altra.

Quale RAID fa al caso mio?

Esistono molti tipi di RAID tra i quali scegliere, dal RAID 0 fino al RAID 60, ma quale si presta meglio alla vostra organizzazione?

La scelta del giusto RAID dipende da diversi, come ad esempio la ridondanza che si crea, la durata nel tempo, il numero di dischi con cui si lavora e alla diversa importanza che si dà alla sicurezza dell’archiviazione dati piuttosto che all’aumento delle prestazioni.

Per capire quale livello di RAID potrebbe fare più al caso vostro bisogna in primis saper valutare che tipologia di applicazione gira sul server.

Questo ci aiuterà a orientarci sul livello di RAID da utilizzare, infatti se necessitiamo di molta velocità il più adatto sarà sicuramente il RAID 0, se invece privilegiamo l’affidabilità sarebbe meglio puntare sul RAID 1, mentre se necessitiamo di un buon compromesso tra prestazioni e affidabilità la scelta dovrà ricadere su un RAID di livello 5.

I livelli del RAID in linea di massima possono essere categorizzati in tre grandi categorie, quelli standard, quelli non standard e quelli nidificati.

I RAID di livello standard sono rappresentati dai modelli base, che rientrano tra i livelli 0 e 6.

I RAID non standard invece sono quei sistemi creati ad hoc in base alle esigenze e alle necessità di un’azienda o di un progetto open source, e vanno a comprendere i livelli 7, 10, quello adattivo, Linuxmd ed S.

I RAID notificati invece rappresentano la combinazione di diversi livelli. Un esempio può essere il RAID 50, formato dall’unione del RAID 5 più il RAID 0.

In conclusione possiamo affermare che il RAID è in grado di apportare numerosi vantaggi volti a incrementare l’affidabilità del sistema operativo, la sicurezza dei dati archiviati, mettendoli al sicuro da eventuali perdite, e le performance dell’intero sistema.

Raid significato e funzionamento

Per informazioni potete inviare una mail a info@recoveryfile.it oppure utilizzare il contatto rapito sottostante:

ALTRI ARTICOLI DEL NOSTRO BLOG